Riprogettare Napoli con una sfida: una città con quartieri non più così diseguali :  la città del quarto d’ora.

Par Marco Demarco

« A Parigi questa idea l’hanno formalizzata in un progetto che è stato chiamato “la città del quarto d’ora”, e questo progetto è stato poi offerto a Anne Hidalgo, la sindaca uscente.

La quale lo ha quindi scelto come piatto forte del suo menù elettorale. In parole semplici, in una città di questo tipo, tutto sarebbe a portata di mano, raggiungibile al massimo in quindici minuti: il ristorante, il teatro, il parco e magari anche il lavoro, grazie alle aree attrezzate per il co-working. Di conseguenza: meno auto, più aree pedonalizzate, meno trasferimenti, meno assembramenti e più luoghi “multiuso”, tipo le scuole aperte nei fine settimana o i campi da gioco utilizzati anche come oasi di verde. In parole da addetto ai lavori, invece, ciò significa, come spiega Carlos Moreno, il padre del progetto, “trasformare lo spazio urbano, che è ancora altamente monofunzionale, con la città centrale e le sue varie aree specializzate, in città policentrica, basata su quattro componenti principali: la prossimità, la diversità, la densità e l’ubiquità”. »

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